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Ru486, via libera dall'Aifa

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2009 15:58
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31/07/2009 09:47
 
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La pillola abortiva in Italia
ROMA - Via libera a maggioranza dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) alla pillola abortiva Ru 486. Il Consiglio di amministrazione dell'Aifa ha infatti approvato l'immissione in commercio del farmaco in Italia. La pillola è già commercializzata in vari paesi.

La votazione si è risolta con un risultato di quattro contro uno a favore della vendita. L'ok è venuto dal presidente del Cda dell'Agenzia Italiana del Farmaco, Sergio Pecorelli, e dai consiglieri Giovanni Bissoni, Claudio De Vincenti e Gloria Saccani Jotti. Ad esprimersi negativamente è stato invece Romano Colozzi, assessore alle Risorse e Finanze della Regione Lombardia.

La Ru486 potrà essere utilizzata in Italia solo in ambito ospedaliero, così come la legge 194 prevede per le interruzioni volontarie di gravidanza. Lo ha spiegato al termine della lunga riunione, Giovanni Bissoni, assessore alla Sanità dell'Emilia Romagna e componente del Cda.

Nelle disposizioni, ha aggiunto Bissoni, c'è un "richiamo al massimo rispetto della legge 194 e all'utilizzo in ambito ospedaliero. Dopo una lunga istruttoria è stato raccomandato di utilizzare il farmaco - ha aggiunto - entro il quarantanovesimo giorno, cioè entro la settima settimana". Entro questo termine, infatti, le eventuali complicanze sono sovrapponibili a quelle dell'aborto chirurgico.

Le prime reazioni corrispondono alle posizioni degli schieramenti da tempo in campo. L'Aied (Associazione italiana per l'educazione demografica) plaude la decisione del Cda dell'Aifa: "Ci si allinea con i paesi europei, recuperando un ritardo che ha penalizzato le donne italiane".

Durissimo, dall'altra parte, il senatore dell'Udc, Luca Volonté: "Con la commercializzazione della pillola assassina trionfa la cultura della morte. E non è sicura: ricorrendo all'aborto chimico, donne e ragazze italiane che vogliono evitare una gravidanza indesiderata non faranno altro che uccidere di sicuro una vita umana mettendo in pericolo anche la propria. Mentre i decessi per l'assunzione della 'kill pill' sono accertate, le proprietà del farmaco restano ancora avvolte nel mistero. La mancata pubblicazione del dossier da parte della Exelgyn è un occultamento della verità scientifica che aggrava la totale mancanza di trasparenza nell'operazione messa a segno oggi".

La Repubblica
[Modificato da Stufa2000 31/07/2009 10:42]
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31/07/2009 10:41
 
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Anche in Italia si può abortire (e morire) di Ru486
Il fronte abortista ha vinto. Una vittoria dura e dolorosa che non tiene conto che nel mondo sono almeno 29 le morti accertate per assunzione della Ru486, la pillola abortiva fai da te che da oggi, e per via libera dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, potrà essere commercializzata anche nel nostro paese. Ventinove decessi accertati e denunciati dalla stessa ditta farmaceutica che produce il farmaco e chissà quanti altri non registrati sotto quel cartello di responsabilità.

Dopo una riunione durata più di quattro ore, il via libera a maggioranza è arrivato ieri in tarda serata. Il Consiglio di amministrazione dell'Aifa ha approvato (quattro contro uno) l'immissione in commercio nel nostro Paese del farmaco già commercializzato in diverse Nazioni. La Ru486 potrà essere utilizzata in Italia solo in ambito ospedaliero, così come la legge 194 prevede per le interruzioni volontarie di gravidanza, ha spiegato uno dei consiglieri dell’agenzia il quale aggiunge: "dopo una lunga istruttoria è stato raccomandato di utilizzare il farmaco entro il quarantanovesimo giorno, cioè entro la settima settimana. Oltre questo termine aumentano infatti le complicanze rispetto all'aborto chirurgico". E questo già dice qualcosa che non ci saremmo aspettati di sentire.

I punti oscuri dell’assunzione del farmaco sono ancora troppi. Innanzi tutto dobbiamo chiederci se la pillola garantisce la compatibilità con la legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza e soprattutto la sicurezza delle donne. Il timore, che viene dalla politica, ma non solo, è che per la Ru486 ci sia stato un peso ideologico che ha oscurato la sua effettiva valutazione tecnico-scientifica ed anche la sua effettiva compatibilità con la legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza. A sostenerlo pubblicamente è il sottosegretario al welfare, Eugenia Roccella, la quale aggiunge: “Il metodo dell'aborto farmacologico con la pillola Ru486 è un metodo che intrinsecamente porta la donna ad abortire a domicilio, proprio perché il momento dell'espulsione non è prevedibile”. E che crea, quindi, tutti i presupposti per una condizione che non è esagerato definire di “clandestinità legale”.

E qui si apre il primo nodo della questione italiana. Il problema del “dove”. Nel nostro paese la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza consente di abortire esclusivamente all’interno di una struttura ospedaliera e sotto lo stretto controllo medico. Ma perché la pillola abortiva produca i suoi effetti occorrono fino a 15 giorni. Troppi, perché il servizio sanitario nazionale sia disposto o in grado di sostenere i costi, sempre troppi perché le donne vogliano (o possano) accettare la degenza. Saranno allora molti di più i casi in cui la donna decida di firmare le sue dimissioni dopo aver assunto il farmaco espulsivo, in una fase, cioè ancora in atto di interruzione di gravidanza. Con tutte le possibili implicazioni di un simile caso. E allora vale la pena chiedersi: cui prodest? Risponde Roccella, aprendo un altro fronte di polemica: “Chiaramente tale uso è promosso da un'organizzazione sanitaria che ha un peso degli aborti nelle strutture pubbliche, e che tende a cercare di liberarsene”.

Problemi ideologici e questioni politiche, quindi sarebbero alla base della scelta pro choice. A gettare ulteriore benzina sul fuoco della polemica politica è poi Alfredo Mantovano, sottosegretario agli Interni: l' Aifa ha deciso "nel totale disprezzo del Parlamento, che da tempo, con numerose interrogazioni, ha chiesto approfondimenti scientifici in materia, e potrebbe adottare degli atti di indirizzo contrari alle decisioni della stessa Aifa". Poi Mantovano alza la palla e schiaccia: "si parla tanto di rispetto del Parlamento e di rispetto dei diritti dei quali il Parlamento è garante, sarebbe il caso di far riferimento non solo a materie oggetto di frequenti e recenti polemiche, spesso pretestuose, come quella dell'immigrazione, ma anzitutto del fondamentale diritto alla vita".

C'è da scommettere che la polemica non si fermerà alle prossime ore. E che molto ancora rimane da chiarire e da discutere. Rimane l'amarezza di una decisione che colpisce tutti, anche chi ha letto la decisione dell'Aifa come una vittoria della libertà, perché l'aborto con la Ru486 è per la donna di gran lunga più rischioso di quello tradizionale. È più doloroso, incerto e psicologicamente più devastante di quello praticato con altri metodi. E allora c'è poco da esultare.

L'occidentale
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01/08/2009 11:12
 
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IN LINEA DI MASSIMA,sono sempre stata contraria all'aborto o sarebbe più corretto dire NON FAVOREVOLE.Di conseguenza lo sono anche per la pillola abortiva.

Fatto è che la sua introduzione era un ATTO DOVUTO,un obbligo cui dovevamo necessariamente adempiere vista la nostra appartenenza all'UE,e vabbè...
Direi però che ben pochi,a quanto pare,avevano previsto i problemi di ordine PRATICO cui la stessa avrebbe dato luogo...eh già del resto erano tutti impegnati in dibattiti etici e moralistici.

Al di là delle mie convinzioni,ciò che mi preme è che "il tutto" (che espressione infelice...) avvenga in una situazione di sicurezza per la donna affinchè le vite perse non siano due(parere personale)...ma dubito che ciò sia possibile laddove si lasci la donna "libera" di andarsene in giro dopo l'assunzione della pillola...Viste le complicazioni che potrebbero sorgere,per me,la donna dovrebbe rimanere sotto controllo e quindi in ospedale fino all'espulsione del feto ma,a quanto pare,i ginecologi sono di tutt'altro avviso,ritenendo che non vi siano particolari esigenze che impongano un periodo di degenza(al quale peraltro la donna potrebbe rifiutarsi).E quel che "è peggio" è che questa procedura non sarebbe neppure contraria alla legge 194...la quale stabilisce che debba essere l'intervento abortivo e non già l'aborto a svolgersi in ospedale.

Io credo si stia sminuendo fin troppo la portata di questa pillola...cioè non è un medicinale qualunque.Ce ne rendiamo conto?
Se ad una persona che ha un banale mal di testa fosse imposto il ricovero in ospedale finchè non le passasse,allora la troverei un'assurdità.Ma qui parliamo di altro...

Tra la pillola abortiva è l'aborto c'è ben poca differenza...cioè non ti sottoponi all'intervento ( che peraltro potrebbe comunque rendersi necessario ) ma le complicazioni sono le medesime quindi...

Spero che questo aspetto venga messo in luce!

E spero anche che non si dia luogo ad un "uso facile"(come paventato da Sacconi) o abuso di questo farmaco...
C'è addirittura chi ha prospettato uno scenario in cui tale pillola verrà venduta su internet al pari del viagra...e il solo pensiero mi ha fatto rabbrividire...

Sul fatto poi che questa pillola abbia già provocato delle morti,da profana,mi verrebbe da dire che è un rischio che ogni farmaco comporta.A maggior ragione trattandosi di QUESTO farmaco...

Ma vogliamo parlare anche dell'ennesima intromissione del Vaticano anche in questa faccenda?
Ma quando si convinceranno che VIVIAMO IN UNO STATO LAICO????????????????????????????????

La chiesa difende il diritto alla vita tanto quanto lo difendo io che non sono favorevole all'aborto.Ma da qui a minacciare scomuniche a destra e manca...ce ne corre...

> La Ru486 - ha dichiarato monsignor Giulio Sgreccia, emerito presidente dell'Accademia per la vita - è uguale, come la chiesa dice da tempo, all'aborto chirurgico: un "delitto e peccato in senso morale e giuridico" e quindi comporta la scomunica 'latae sententiae', automatica.<

Sai che paura?!

Quello della scomunica è un ottimo deterrente,non credi?

Ma pensano davvero che una tale minaccia possa dissuadere una donna dall'abortire? RIDICOLIIII...sono semplicemente RIDICOLI!!!!!!!!!!

Come dicevo prima,ciò che mi preoccupa realmente è il rischio che una donna,nell'intento di sopprimere "un'altra vita,"metta in pericolo la propria.Perciò prima di concentrarsi sui problemi etici che la pillola pone,direi che sia il caso di soffermarsi su una questione ben più importante che è...come tutelare la salute di chi decide di compiere un passo del genere.

Insomma...con tutti i problemi che questa benedetta pillola comporta,direi che parlare di una CONQUISTA PER LA DONNA sia del tutto fuoriluogo.


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cuore77, 01/08/2009 11.12:

IN LINEA DI MASSIMA,sono sempre stata contraria all'aborto o sarebbe più corretto dire NON FAVOREVOLE.Di conseguenza lo sono anche per la pillola abortiva.

Fatto è che la sua introduzione era un ATTO DOVUTO,un obbligo cui dovevamo necessariamente adempiere vista la nostra appartenenza all'UE,e vabbè...
Direi però che ben pochi,a quanto pare,avevano previsto i problemi di ordine PRATICO cui la stessa avrebbe dato luogo...eh già del resto erano tutti impegnati in dibattiti etici e moralistici.

Al di là delle mie convinzioni,ciò che mi preme è che "il tutto" (che espressione infelice...) avvenga in una situazione di sicurezza per la donna affinchè le vite perse non siano due(parere personale)...ma dubito che ciò sia possibile laddove si lasci la donna "libera" di andarsene in giro dopo l'assunzione della pillola...Viste le complicazioni che potrebbero sorgere,per me,la donna dovrebbe rimanere sotto controllo e quindi in ospedale fino all'espulsione del feto ma,a quanto pare,i ginecologi sono di tutt'altro avviso,ritenendo che non vi siano particolari esigenze che impongano un periodo di degenza(al quale peraltro la donna potrebbe rifiutarsi).E quel che "è peggio" è che questa procedura non sarebbe neppure contraria alla legge 194...la quale stabilisce che debba essere l'intervento abortivo e non già l'aborto a svolgersi in ospedale.

Io credo si stia sminuendo fin troppo la portata di questa pillola...cioè non è un medicinale qualunque.Ce ne rendiamo conto?
Se ad una persona che ha un banale mal di testa fosse imposto il ricovero in ospedale finchè non le passasse,allora la troverei un'assurdità.Ma qui parliamo di altro...

Tra la pillola abortiva è l'aborto c'è ben poca differenza...cioè non ti sottoponi all'intervento ( che peraltro potrebbe comunque rendersi necessario ) ma le complicazioni sono le medesime quindi...

Spero che questo aspetto venga messo in luce!

E spero anche che non si dia luogo ad un "uso facile"(come paventato da Sacconi) o abuso di questo farmaco...
C'è addirittura chi ha prospettato uno scenario in cui tale pillola verrà venduta su internet al pari del viagra...e il solo pensiero mi ha fatto rabbrividire...

Sul fatto poi che questa pillola abbia già provocato delle morti,da profana,mi verrebbe da dire che è un rischio che ogni farmaco comporta.A maggior ragione trattandosi di QUESTO farmaco...

Ma vogliamo parlare anche dell'ennesima intromissione del Vaticano anche in questa faccenda?
Ma quando si convinceranno che VIVIAMO IN UNO STATO LAICO????????????????????????????????

La chiesa difende il diritto alla vita tanto quanto lo difendo io che non sono favorevole all'aborto.Ma da qui a minacciare scomuniche a destra e manca...ce ne corre...

> La Ru486 - ha dichiarato monsignor Giulio Sgreccia, emerito presidente dell'Accademia per la vita - è uguale, come la chiesa dice da tempo, all'aborto chirurgico: un "delitto e peccato in senso morale e giuridico" e quindi comporta la scomunica 'latae sententiae', automatica.<

Sai che paura?!

Quello della scomunica è un ottimo deterrente,non credi?

Ma pensano davvero che una tale minaccia possa dissuadere una donna dall'abortire? RIDICOLIIII...sono semplicemente RIDICOLI!!!!!!!!!!

Come dicevo prima,ciò che mi preoccupa realmente è il rischio che una donna,nell'intento di sopprimere "un'altra vita,"metta in pericolo la propria.Perciò prima di concentrarsi sui problemi etici che la pillola pone,direi che sia il caso di soffermarsi su una questione ben più importante che è...come tutelare la salute di chi decide di compiere un passo del genere.

Insomma...con tutti i problemi che questa benedetta pillola comporta,direi che parlare di una CONQUISTA PER LA DONNA sia del tutto fuoriluogo.






Sono d'accordo quasi su tutto

Il ricovero fino all'espulsione del feto... ci potrebbero volere fino a 15 giorni dopo l'assunzione della pillola... non è così facile rimanere a casa dal lavoro o allontanarsi dalla famiglia per tutto questo tempo...

senza contare che qualsiasi intervento ti pratichino ora in ospedale, ti mandano a casa dopo pochi giorni, e se ci sono complicazioni devi ricorrere al pronto soccorso...

ho quasi l'impressione che tutto ciò voglia essere una forma di terrorismo

per quanto riguarda l'uso facile, non penso ci sia molta differenza fra scegliere di abortire chirurgicamente o tramite una pillola, credo che ogni donna in coscienza sappia che è comunque una forma di omicidio, e che la scelta non sarà più facile solo perchè "basterà prendere una pillola"

infine il Vaticano, per me può dire quello che vuole, in fin dei conti in Italia sulla carta esiste ancora la libertà di parola... ma sono davvero ridicoli se credono di fermare una donna minacciando la scomunica... è più probabile che per la paura della vergogna scelga di abortire in clandestinità
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