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Berlusconi cita per danni l'unità

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 09:59
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03/09/2009 09:43
 
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ROMA - Silvio Berlusconi alza il livello dello scontro con i suoi critici, citando in giudizio il quotidiano l'Unità, legato all'opposizione parlamentare cioé al Pd. La nuova mossa del premier ha suscitato la reazione indignata dello stesso Pd che, con Dario Franceschini, parla di "intimidazione", nonché delle altre forze di opposizione. Mentre la Fnsi ha convocato per il 19 settembre la manifestazione nazionale per difendere la libertà d'informazione. Ad annunciare la citazione in giudizio per danni, in sede civile e non penale, è stato lo stesso quotidiano fondato da Antonio Gramsci, che oggi gode del sostegno economico dei gruppi parlamentari del Pd, partito al quale è legato direttamente.

Berlusconi chiede due milioni all'Unità, nonché una pena pecuniaria di 200.000 euro ciascuna per il direttore responsabile Concita De Gregorio, le giornalista Natalia Lombardo e Federica Fantozzi, l'opinionista Maria Novella Oppo e la scrittrice Silvia Ballestra. Il tutto per articoli ed opinioni pubblicate tra il 13 luglio e il 6 agosto a proposito della vicende delle escort. L'intenzione del premier, fanno sapere ambienti di governo, é di devolvere l'eventuale ricavato della causa civile all'ospedale San Raffaele di Milano. "Introduce il reato di lesa maestà, vuole chiuderci", replicano invece dal giornale. Immediate le espressioni di solidarietà al quotidiano e alle sue giornaliste proprio dei due presidenti dei gruppi del Pd al Senato e alla Camera, Anna Finocchiaro e Antonello Soro. "Ancora una volta - ha detto Finocchiaro - la reazione di Berlusconi al dissenso nei confronti del suo operato è tanto violenta, quanto incapace di rispondere alle domande e alle critiche che i media nazionali e stranieri gli rivolgono. Eppure, un capo del governo che si rispetti dovrebbe sapere che il suo operato può essere oggetto di critiche da parte della stampa, dell'opposizione". "Solo l'indignazione supera lo sconcerto per l'arroganza del capo del governo", ha detto Soro, che ha chiesto agli esponenti di "tradizione democratica e liberale" del Pdl di "far sentirà in modo chiaro e forte una presa di distanza".

E tutti gli esponenti del Pd parlano di "intimidazione" o di "aggressione" al quotidiano e alla libertà di informazione: dal segretario Dario Franceschini, a Paolo Gentiloni, da Piero Fassino a Massimo D'Alema. A difende l'Unità scende in campo anche l'Udc: "Il diritto di critica, anche dura, è il sale di una democrazia compiuta", ha detto Roberto Rao. Quanto ad Antonio Di Pietro, l'ex Pm evoca una sorta di impeachment, e chiede che il Parlamento discuta se Silvio Berlusconi "possa rappresentare ancora il paese con la piena facoltà di intendere e volere". Il Pdl ha difeso l'iniziativa politico-giudiziaria del premier: non solo un folto numero di esponenti ex Fi (Fabrizio Cicchitto, Luigi Casero, Osvaldo Napoli, Daniele Capezzone, Enrico Costa) i quali affermano che la critica non può diventare diffamazione, ma anche ex An, come Ignazio La Russa: "Dopo tante volte - ha detto il ministro della Difesa - che hanno detto che Berlusconi non si fida della magistratura, mi aspettavo che lo applaudissero. Invece evidentemente hanno di che temere e quindi protestano". "C'é un netto salto di qualità - ha detto il direttore dell'Unità, Concita De Gregorio - nella 'campagna d'autunnò del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ormai il messaggio è: quello che non posso comprare lo riduco al silenzio e lo faccio chiudere". Intanto, la Federazione nazionale della Stampa e le associazione che si battono per la libertà di informazione hanno un motivo in più per indire la già preannunciata manifestazione, che infatti si terrà sabato 19 settembre. "Questa campagna non si fermerà a Repubblica e all'Unità, a Raitre e al Tg3 - ha detto Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21 - ma coinvolgerà numerose altre testate e anche quelle, magari anche di destra, che vorranno fare semplicemente il loro mestiere".


Fonte: ANSA.it
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03/09/2009 09:53
 
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Se non può comprare

Così siamo al dunque. Quel che non si può comprare né corrompere deve tacere. Eccola qui la strategia d'autunno: zittire con ogni mezzo il dissenso, che ormai questo è diventato il semplice dovere di cronaca e diritto di critica. Il presidente del Consiglio, lo avete letto, è in guerra in queste settimane con i commissari europei, con le gerarchie ecclesiastiche, con i giornali che nel nostro paese e nel mondo documentano le sue gesta. Non ci sono in Italia molti organi d'informazione che non dipendano direttamente o indirettamente dal suo favore, dal suo smisurato potere economico e dal suo potere di influenza e di minaccia. Premere, corrompere o comprare. Dove non si può pagare, allora uccidere. Lo squadrismo mediatico di governo, forte di nuove reclute, è difatti al lavoro per distruggere le reputazioni dei giornalisti non a busta paga. Mezzi leciti e illeciti, menzogne, false prove, non importa. L'aggressione al direttore di Avvenire, che ieri persino Fini ha definito killeraggio. L'aggressione personale all'editore e al direttore di Repubblica, insieme la richiesta di risarcimento al giornale per aver posto dieci domande. L'Unità, unico quotidiano in Italia, le ha per due volte ripubblicate: è possibile giudicare diffamanti delle domande, non sarebbe doveroso rispondere? Il gruppo Prisa, editore del Paìs, è sotto offerta economica da parte di emissari spagnoli del premier. Ecco adesso l'attacco all'Unità. Due richieste di danni per una somma complessiva di 3 milioni di euro riferite non a un articolo o a un commento ma a due numeri del giornale nella loro interezza. Due numeri in cui ad alcune delle dieci domande si offriva risposta. I temi: lo stato della trattativa tra governo e Vaticano (indulgenza sulla condotta del premier contro leggi gradite oltretevere), il divieto di usare le intercettazioni telefoniche come strumento di indagine, lo stato della guerra privata del premier contro Sky e i danni che agli italiani ne derivano. Servizi di cronaca e libere opinioni, del resto da molti giornali anche stranieri condivisi. La novità, oggi, è che non si contesta un articolo ma un giornale intero. Una scrittrice, una editorialista, due giornaliste sono accusate insieme al direttore di aver concorso alla diffamazione che si dedurrebbe dal complesso generale dei loro scritti. È l'insieme che non gli piace. È il giornale: la sua linea, il suo tono. Chiedere un milione per ogni numero suona come un avvertimento: potrebbe farlo ogni giorno. Non vuole giustizia in sede penale, non gli interessa stabilire se quegli articoli riferiscano il vero. Vuole soldi. Minaccia di chiederne così tanti da ridurci al silenzio. Non accadrà, se accadesse sarà per sua mano. Come durante il fascismo, come quando la censura imponeva i sigilli.
È venuto il momento non solo di una grande mobilitazione, necessaria ma non sufficiente. È il momento di opporre allo strapotere dei soldi la politica, che sia quella l'argine al declino della democrazia. È anche venuto il momento, cari cittadini, di sostenere con forza rinnovata chi si sottrae alla logica del plutocrate. Di dare più forza alle voci del dissenso, ogni giorno. Non tanto e non solo per noi, che dal 1924 abbiamo conosciuto stagioni peggiori. Per tutti, per l'Italia che verrà.

Fonte: l'Unità [SM=g1335763]
[Modificato da cuore77 03/09/2009 09:54]
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03/09/2009 09:56
 
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non puoi riportare queste notizie qui, ci farà chiudere il forum [SM=g1558546] [SM=g1558546] [SM=g1558519]

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03/09/2009 09:58
 
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Il testo degli atti di citazione contro l'Unità.Firmati:Berlusconi


www.unita.it/news/italia/87916/il_testo_degli_atti_di_citazione_contro_lunit_firmati_be...
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Stufa2000, 03/09/2009 9.56:

non puoi riportare queste notizie qui, ci farà chiudere il forum [SM=g1558546] [SM=g1558546] [SM=g1558519]





[SM=g1624924] [SM=g1624924] [SM=g1624924] [SM=g1624924] [SM=g1624924] [SM=g1358740]


E' stato bello conoscervi [SM=x1593256] [SM=g1355204]
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