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Da tre “farfalle” alla Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne

Ultimo Aggiornamento: 26/11/2009 15:05
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24/11/2009 18:43
 
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Il 25 novembre si celebra la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. In questa data sono previste centinaia di manifestazioni e iniziative per mantenere alta l’attenzione su un problema che non conosce confini geografici, di religione, né di età o livello culturale, e che spesso si consuma tra le pareti domestiche.

Non tutti però conoscono il perché della scelta di questa data. È casuale? No, e si lega alla storia di tre donne.

Patria Mercedes, Minerva Argentina e Antonia María Teresa Mirabal erano tre sorelle che vivevano una vita serena e agiata nella Repubblica Domenicana. La loro terra versava in una situazione di arretratezza, degrado e miseria sotto la dittatura di Rafael Leónidas Trujillo, che eliminò ogni forma di opposizione attraverso una repressione spietata, depredando i sudditi e abusando di donne e bambine, che poi abbandonava al loro destino.

Quando il dittatore espropriò i beni della loro famiglia, come di molte altre, le tre sorelle Mirabal diedero vita a un movimento democratico, chiamato “14 giugno“. Incarcerate diverse volte, non smisero mai di lottare per i loro diritti, e furono soprannominate les mariposas (le farfalle) per la loro bellezza, la loro vivacità e la loro delicata determinazione.

Ma un giorno, di ritorno da una visita in carcere ai loro mariti, alcuni agenti dei servizi militari, su ordine di Trujillo, le rapirono, le portarono in una piantagione di canna da zucchero, le torturarono, bastonarono e strangolarono, per poi gettarle a bordo della loro stessa auto in un burrone, simulando un incidente.

Era il 25 novembre 1960. Le tre farfalle sono volate via, ma il loro sacrificio ha scosso molte coscienze, e fortificato lo spirito patriottico della loro gente, fino ad arrivare all’assassinio dello stesso Trujillo pochi mesi dopo e al ritorno della democrazia nel paese.

Nel 1995 la scrittrice domenicana Julia Álvarez, aiutata dalla quarta sorella Mirabal, Belgica Adele, conosciuta come Dedè, ha pubblicato il libro Il tempo delle farfalle, che nel 2001 è diventato un film. Il figlio di Dedè, Jaime David Fernandez Mirabal, è stato vice presidente della Repubblica Domenicana, dal 2000 al 2004.

Nel 1980, al primo incontro internazionale femminista in America Latina, tenutosi in Colombia, la Repubblica Domenicana ha proposto la data del 25 novembre in memoria delle tre sorelle-farfalle. Nel 1999, l’ONU ha approvato questa data come “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, con la risoluzione 54/134.

Molte persone pensano che una giornata dedicata a una causa non serva a nulla, come la festa della donna o San Valentino; altri ritengono che “è Natale tutti i giorni o non è Natale mai”.

In realtà, in questo caso, a una singola giornata si aggiunge una campagna internazionale che si chiama “16 Giorni di Attivismo Contro le Violenze di Genere“, che lega il 25 novembre al 10 dicembre, la Giornata Internazionale per i Diritti Umani, per sottolineare come la prima sia figlia della seconda. E, certo non per caso, questo periodo di tempo comprende altre date significative dedicate ai diritti, tra cui il 29 novembre, Giornata mondiale dei Difensori dei Diritti delle Donne, il 1 dicembre, Giornata Mondiale contro l’AIDS, e il 6 dicembre, Anniversario del Massacro di Montreal.

I dati e le percentuali sul fenomeno della violenza sulle donne sono impressionanti: secondo i dati Istat, sono quasi 7 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita. In Italia, dall’entrata in vigore della legge sullo stalking, è emerso un fenomeno dalle dimensioni allarmanti, con centinaia di richieste di aiuto da parte delle vittime. Il Ministero per le Pari Opportunità ha inoltre attivato un numero verde gratuito, 1522, per denunciare ogni tipo di violenza subita dalle donne. Ma ancora molto c’è da fare.

Quindi ben venga il 25 novembre: una giornata per dedicare un pensiero alle tante vittime della violenza, dalle bambine piccolissime alle donne anziane invecchiate con la triste compagnia di grandi dolori. Ma soprattutto, per non dimenticare Minerva, 34 anni, la ribelle, donna di gran cultura e volontà di ferro, giovanissima avvocato degli oppressi, Patria, 36 anni, la devota, che ha abbracciato la causa spinta da una grande fede religiosa, e MaTe, 24 anni, frivola e romantica, che ha aderito alla causa per amore.

Le tre sorelle-farfalle ogni anno ci ricorderanno che, come diceva Neruda, “potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera”.

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Lara Croft di Ohana
25/11/2009 19:07
 
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Stando a Repubblica e all'Istat i dati sono sempre più gravi.

6,7 milioni di donne subiscono aggressioni fisiche o sessuali nella loro vita. Pochissime denunciano.

È agghiacciante!

In Italia - dice l'articolo - una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, nella corso della vita è stata vittima della violenza di un uomo.
La violenza è prevalentemente casalinga: malmenate, ustionate, minacciate con armi o stuprate, e troppe violenze non sono denunciate, circa il 96%!!
E troppe donne non parlano con nessuno delle violenze subite.

[SM=g1335759]

Se ci penso, troppe cose sono cambiate ultimamente, e in peggio.
Non voglio farne una questione razzista, ma anni fa mi sentivo più tranquilla.

A 9/10 anni già uscivo da sola e non avevo paura!
I miei mi avevano messo in guardia dal fermarmi con sconosciuti e dal non dare confidenza.

A 14/15 anni ho iniziato ad uscire la sera.
Vivevo nella periferia di un paesino di provincia, stradina silenziosa, tranquilla, buia e isolata, la facevo tantissime volte da sola o in compagnia di amichette, a piedi o in bici.
L'unica paura quando tornavo a casa era di non fare tardi per non essere sgridata dai miei genitori.
Non pensavo ad altro che a divertirmi.
Anzi spesso trovavo ridicola mia mamma con le sue raccomandazioni di stare attenta a questo o quello...
Probabilmente mi è sempre andata bene.

Oggi ho paura, anche quando cammino in centro, anche quando appena inizia a fare buio, mi guardo intorno e spero di essere sola, di non incappare in “cattive compagnie”... oggi quando faccio quelle stesse strade ho paura.
Oggi vado negli stessi posti di allora ma se sono sola mi guardo continuamente intorno, cammino veloce e spero che... mi vada bene!
E anche quando vado in macchina, oggi, ho paura...

E poi, spesso penso che se avessi una bambina, oggi, a 10 anni non le lascerei tutta la libertà che ho avuto io.
Perché il mondo in cui vivrebbe è molto diverso da quello in cui ho avuto 10 anni io! [SM=x1593256]
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26/11/2009 15:05
 
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Re:
aqualuce, 25/11/2009 19.07:

Stando a Repubblica e all'Istat i dati sono sempre più gravi.

6,7 milioni di donne subiscono aggressioni fisiche o sessuali nella loro vita. Pochissime denunciano.

È agghiacciante!

In Italia - dice l'articolo - una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, nella corso della vita è stata vittima della violenza di un uomo.
La violenza è prevalentemente casalinga: malmenate, ustionate, minacciate con armi o stuprate, e troppe violenze non sono denunciate, circa il 96%!!
E troppe donne non parlano con nessuno delle violenze subite.

[SM=g1335759]

Se ci penso, troppe cose sono cambiate ultimamente, e in peggio.
Non voglio farne una questione razzista, ma anni fa mi sentivo più tranquilla.

A 9/10 anni già uscivo da sola e non avevo paura!
I miei mi avevano messo in guardia dal fermarmi con sconosciuti e dal non dare confidenza.

A 14/15 anni ho iniziato ad uscire la sera.
Vivevo nella periferia di un paesino di provincia, stradina silenziosa, tranquilla, buia e isolata, la facevo tantissime volte da sola o in compagnia di amichette, a piedi o in bici.
L'unica paura quando tornavo a casa era di non fare tardi per non essere sgridata dai miei genitori.
Non pensavo ad altro che a divertirmi.
Anzi spesso trovavo ridicola mia mamma con le sue raccomandazioni di stare attenta a questo o quello...
Probabilmente mi è sempre andata bene.

Oggi ho paura, anche quando cammino in centro, anche quando appena inizia a fare buio, mi guardo intorno e spero di essere sola, di non incappare in “cattive compagnie”... oggi quando faccio quelle stesse strade ho paura.
Oggi vado negli stessi posti di allora ma se sono sola mi guardo continuamente intorno, cammino veloce e spero che... mi vada bene!
E anche quando vado in macchina, oggi, ho paura...

E poi, spesso penso che se avessi una bambina, oggi, a 10 anni non le lascerei tutta la libertà che ho avuto io.
Perché il mondo in cui vivrebbe è molto diverso da quello in cui ho avuto 10 anni io! [SM=x1593256]




Io invece ho una gran confusione in testa...

vorrei capire quante di queste donne hanno subito violenza per strada

anch'io mi sentivo più tranquilla da piccola, vuoi perchè c'era forse più senso di comunità, vuoi perchè le cose non si sapevano

non si sapevano perchè c'era una mentalità talmente bigotta che rendeva le donne colpevoli e gli uomini vittime

non si sapeva perchè spesso le famiglie reagivano vendicandosi piuttosto che affidarsi alla "giustizia"

e figurati se si sapeva quando queste cose succedevano all'interno della famiglia stessa

eppure nonostante questo, il mio senso di paura aumenta sempre di più, in proporzione alla sfiducia che provo nelle istituzioni che non fanno nulla per difenderci

ora che è buio faccio jogging in strada e non più al parco, completamente imbacuccata cercando di passare inosservata, con un orecchio alla musica e l'altro alla strada e guardo... osservo... e vedo sempre più persone alla fermata dell'autobus rannicchiate in se stesse quasi con lo stesso desiderio di non essere notate...

vedo donne che camminano veloci per strada a testa alta e con il telefono in mano anche se c'è gente, perchè oramai sembra essere diventata parte di loro questa paura

e mi rendo anche conto che l'ignoranza maschile dilaga sempre di più in proporzione all'aumento della mercificazione del corpo e all'istigazione della paura nelle donne



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