Ora, è pur vero che nei discount alimentari ormai trovi di tutto. A volte di tutto, tranne che alimentari. Tende da campeggio a venti euro, tagliacarte automatici superaccessoriati a dieci euro, trapani iperpotenti ipercattivi ipertecnologici a cinque euro… Ma avresti mai pensato di avere a che fare, un giorno, con una casa discount?
L’idea è venuta a un’azienda che dei prezzi bassi fa la sua filosofia: la Tata. Sì, proprio la casa automobilistica indiana. Già me li immagino, i suoi dirigenti, nel corso dell’ennesima riunione: “Signor progettista ha idee per qualche nuova auto a basso costo?”. “No, mi scusi ma negli ultimi giorni sono stato impegnato a cercare casa, costano tutte troppo!”. “Casa… ottima idea! Faremo una casa a basso costo!”. Detto e fatto: dopo aver lanciato sul mercato l’auto “Nano”, ad appena 2000 dollari, Tata ora proporrà case a 7800 dollari.
Insomma, al cambio attuale, poco meno di 6000 euro ed ecco che il mini-appartamento a basso costo è servito. Al momento è prevista la costruzione di mille di questi appartamenti, nella periferia di Mumbai. In realtà con 7800 dollari hai la versione di base, ma optional dopo optional, non superi i 13400 per quella “deluxe”.
E non è che l’inizio: Tata, infatti, vuole estendere la sua offerta anche alle periferie di altre grosse città. Tornando a Mumbai, dove va sottolineato che il costo di un appartamento centrale è maggiore di uno a Manhattan, trapelano altre informazioni in merito a questi appartamenti low cost. Innanzitutto, che si tratta di locazioni davvero “mini”: la superficie calpestabile parte da venti metri quadrati, per arrivare a un massimo di circa 33.
Insomma, magari un single magrolino qui si sente in paradiso, ma credo che per me, moglie e cane (un Golden Retriever di 35 chili), sarebbe una discesa all’inferno. Comunque, non è che con questi costi ci si possa formalizzare, non trovi?
C’è da dire che i mini-appartamenti saranno accorpati in “comunità”, ciascuna con un mini-mondo pronto all’uso: ufficio postale, giardini, sala congressi, scuole, ospedali e via dicendo. Roba da convincere i Puffi a fare le valigie e abbandonare Pufflandia. Scherzi a parte, l’operazione di Tata potrebbe scatenare un vero e proprio terrmoto nel campo immobiliare. Specie quello indiano, dove lo stipendio di un lavoratore medio, tipo un addetto al call center, si aggira sui 6400 dollari all’anno. E mi sa che anche da noi, ormai, c’è chi guarderebbe con interesse ai mini-mini-appartamenti.
Wired