Congo, così i nostri cellulari uccidono l'agricoltura

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Stufa2000
00giovedì 3 luglio 2008 10:32
l coltan, minerale utilizzato per i condensatori dei telefonini, abbonda nella regione del Kivu. Per pochi dollari i contadini lasciano i campi e si dedicano all'estrazione

L'’ennesima mazzata all’Africa la stanno dando i nostri telefonini. Nella Repubblica Democratica del Congo, nella regione del Kivu, prossima ai Grandi laghi, una scoperta sta sconvolgendo la vita di migliaia di africani. E’ il coltan ovvero la colombo-tantalide, minerale utilizzato per fabbricare condensatori dei computer e dei telefonini. Si presenta come una polvere nera, brillante come il quarzo, e migliaia di persone hanno preso a raccoglierla per venderla ad alcuni commercianti. Di qui il coltan prosegue per l’Asia per trasformarsi in una componente per le telecomunicazioni. Il problema è che migliaia di congolesi che vivono intorno al lago di Kivu hanno abbandonato la coltivazione della terre per improvvisarsi minatori. “E’ allucinante”, dice l’antropologo Aloys Tegera, “migliaia di contadini abbandonano i campi”. Per i contadini delle montagne del Masisi, a ovest della città di Goma, il boom di questo minerale rappresenta una “sorpresa divina”.Prima della guerra civile il Kivu era considerato il granaio del Congo e forniva carne e legumi fino alla capitale Kinshasa. Ma a partire dal 1998, l'occupazione dei territori da parte dei ribelli alleati al Ruanda ha interrotto i collegamenti con la capitale. Privi di sbocchi, i contadini del Kivu hanno visto i propri guadagni assottigliarsi. E gli stessi minatori non se la passano meglio, decimati dagli hutu ruandesi ostili al nuovo regime di Kigali, acquartierati su quelle montagne per sfuggire agli sconfinamenti dell’armata ruandese. L’esplosione delle quotazioni del coltan alla Londo metal exchange (nel febbraio del 2000) che ha fatto salire le quotazioni a 400 dollari il chilogrammo, ha cambiato il quadro. Mollate vacche e campi, i contadini hanno cominciato a lasciare le montagne raccogliere il nuovo oro nero. In fila indiana, scendono a valle tenendo in testa il loro sacchetti di plastica che portano ai commercianti che li pagano con pochi dollari perché solo una parte risibile di questa sabbia ha valore e i guadagni sono piuttosto bassi. Il business diventa interessante a livello regionale: sembra che le esportazioni complessive di coltan portino in questa regione circa 1 milione di dollari al mese. Un giro d’affari che sta interessando le varie formazioni militari e paramilitari che si dividono la zona.

(fonte vita.it
Stufa2000
00lunedì 27 ottobre 2008 15:41
Il mondo si è fermato in Congo. Un Paese dove è nata una nuova parola: reviolé, ri-stuprata.
Il più grande stupro di massa della Storia è in atto in Africa tra una notizia da Wall Street e un ribasso del Nikkei da Tokio. La signora Muhindo del "Centro di assistenza Olame" in Congo ha detto: "E' una vergogna non solo per il Congo, ma per tutta l'umanità".
In Congo lo stupro è un'arma di guerra dal 1996, quando morirono cinque milioni di persone. Da allora è endemico. Usato da tutte le parti in conflitto.
L'Occidente, come le stelle, resta a guardare. Una delle più importanti basi ONU si trova in Congo. Ha 17.000 soldati. Il loro mandato ufficiale è l'utilizzo di ogni mezzo per proteggere i civili. Ma non muovono un dito.
Il governo centrale e i numerosi gruppi armati dell'est del Paese sono in conflitto permanente e decine di migliaia di donne, di qualunque età, sono sia le prede che le armi con cui si combatte.
Molte di loro, sopravvissute ai conflitti precedenti, sono riviolentate, reviolè.
La legge in Congo non prevede il reato di stupro. Essere stuprate con un fucile o sparate nella vagina non è contemplato dal codice penale. Vénantie Bisimua, fondatrice del "Network of Women for the Defence of Rights and Peace" in Congo spiega che il governo ha altre priorità. Le stesse degli Stati stranieri che attingono a piene mani dalle risorse minerarie del Congo e che non fanno nulla.
Si combatte in Afghanistan e in Iraq per il petrolio. Si assiste ai massacri del Congo per non disturbare le multinazionali delle materie prime.

Fonte: www.beppegrillo.it
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