Chi va ancora a caccia di stelle?
Una volta non me ne perdevo una, ogni anno verso l'8 agosto e avanti avanti fino al 14 circa carica di aspettative e sogni da far realizzare, in macchina o in motorino, con l' "amorino" di turno, un telo da mare o un vecchio lenzuolo e qualcosa da bere, andavamo in aperta campagna, nel posto meno illuminato di tutti, dove le uniche luci erano le stesse stelle.
Stendevamo bene il telo sul prato, ci sdraiavamo e fissavamo il cielo.
Non si vedeva niente, quando spegnevamo la luce dei fanali del motorino (e in seguito della macchina di lui prestata da papà con un sacco di raccomandazioni) eravamo avvolti dall'oscurità.
"Quanti desideri hai da esprimere?"
"Io almeno dieci! E tu?"
"Mah, importanti un paio... poi alcuni 'minori'..."
Poi silenzio.
Come se a stare in silenzio ci si concentrasse di più.
In silenzio con il naso in sù.
"L'hai vista quella?"
"Noooooo, me la sono persa!"
"E dove stavi guardando? Aveva una 'coda' enorme e brillantosissima!"
(Stavo guardando te)
La notte di san lorenzo era "il momento romantico" per eccellenza.
Il momento in cui il lui di turno decideva di rinunciare a playstation, calcio e bigliardino per una serata a due.
Mi ricordo che ero sempre emozionatissima.
A volte ci ripenso con nostalgia.
A volte penso che vorrei tornare indietro.
Ma vorrei tornarci solo con Guendapoldo...
E se non si può, beh, allora mi tengo il presente!