00 21/09/2008 10:21
Rimangono sulla spazzola, sul cuscino, o sulle spalle. E' un destino che in autunno non risparmia nessuno, uomini e donne. Sono i capelli che, con il cambio di stagione, cadono proprio come le foglie. La “perdita” ha diverse sfumature: in alcuni casi è impercettibile, in altri “drammatica”, ma risponde sempre a un meccanismo biologico contro cui “non servono rimedi e pozioni”.


Colpa delle giornate più corte e della minore quantità di luce che provoca “una vera e propria muta, simile a quella del pelo degli animali”. A parlare è Stefano Calvieri, direttore del dipartimento di Malattie cutanee, veneree e di chirurgia plastica all'università di Roma “La Sapienza”.


Non si tratta di una leggenda metropolitana: in autunno e primavera l'uomo fa la “muta”. E questo processo, “non dipende dal cambio di temperatura, come si credeva fino a qualche anno fa, ma dalla variazione delle ore di luce nell'arco della giornata. Un meccanismo complesso mediato dalla melatonina, ormone regolatore del ciclo luce-buio”. Il problema è generale e riguarda tutti, maschi e femmine, vecchi e giovani: fino alla fine di novembre, così come tra marzo e aprile “si perde un 20-30% di capelli in più rispetto al resto dell'anno”, prosegue l'esperto.


“E non c'è nulla da fare - spiega - non esiste dieta o cura che tenga. Tutti i trattamenti che facciamo in questo periodo non servono ad arrestare questo processo. Sarebbe come voler fermare l'autunno”. Dunque inutile affannarsi alla ricerca di “shampoo speciali, fialette o diete ad hoc che si rivelano inutili”. L'unica differenza sostanziale tra uomini e animali, al momento della muta, è che “noi non ne facciamo mai una completa perché i follicoli piliferi del nostro cuoio capelluto non sono sincronizzati, cioè non crescono e muoiono tutti quanti insieme. Per questo, in condizioni normali, abbiamo sempre capelli in testa”.


Più sfortunato chi ha i capelli lunghi. Per queste persone, infatti la “caduta” è più accentuata, perché a quella stagionale “si aggiunge ancora la tradizionale fragilità del capello lungo, che si spezza con maggiore facilità. In ogni caso non si tratta di perdite permanenti, ma solo di rinnovo dei nostri capelli - aggiunge l'esperto. E quelli che perdiamo dovevano comunque cadere. In autunno, infatti, si verifica una maggiore sincronia tra i circa 100 mila follicoli piliferi che abbiamo in testa”. Niente paura, quindi, dice Calvieri, perché sotto ogni capello che cade ce n'è uno nuovo pronto a rimpiazzarlo.


“Solo che per vedere la sua sostituzione serve un po' di tempo, perché i capelli crescono di 0,1-0,2 mm al giorno”. Ciò che accade sulla nostra testa si verifica anche sul resto del corpo: in autunno “anche la peluria ‘si mette d'accordo’ per rinnovarsi. Ma le differenze tra la quantità di peli sono ancora più difficili da cogliere. Si tratta comunque dell'unico effetto visibile sull'uomo del passaggio delle stagioni. Un retaggio del nostro passato che ci accomuna alle altre specie animali”. L'importante è dunque “saper aspettare” e nel frattempo non cadere nella trappola di chi offre rimedi inutili a chi vive la 'perdita' come un dramma.


“Non sappiamo perché - mette in guardia l'Aduc in una nota - in coincidenza con l'autunno, quando
cioè si perdono più capelli, si ripropone la questione prodotti anti-caduta. Soprattutto per i calvi. Non ci risulta - sottolinea l'Aduc - che un calvo abbia riacquistato la capigliatura utilizzando i vari prodotti in commercio e il motivo e' semplice: non è possibile”. L'associazione dei consumatori mette in guardia anche dalle 'soluzioni' vendute in farmacia: “Alcune di esse danno qualche risultato, ma non devono essere usate per lunghissimi periodi. Meglio dunque rivolgersi sempre a un dermatologo”.
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°Mucchina GialloNera..metà mucca metà ape!°